lunedì 6 aprile 2009

Asia e la crisi un appunto centrale

Gli amici di East Capital danno alcuni indicazioni su alcuni mercati dell'asia centrale. In particolare Kazakhstan e Georgia che sono divenuti interessanti mercati di proiezione e stanno avendo grandi difficoltà con la recente crisi. Se qualcusno fosse interessanto ad un report molto approfondito sul mercato kazakho a dicembre abbiamo pubblicato uno studio sul commercio retail di prodotti alimentari vinicoli e cosmetici sul mercato kazako, contattatemi.
Di seguito alcuni appunti che danno un'idea di cosa sta succedendo:

  • Il Kazakhstan dipende molto dal prezzo del petrolio, che nelle ultime 2 settimane ha superato la soglia di 50$/bbl.
  • da inizio anno il tenge ha perso il 20% vs. USD.
  • riserve in valuta relativamente consistenti
  • brutti sviluppi sul fronte bancario con BTA e Allianz ora controllate a maggioranza dal governo; gli azionisti di minoranza non sono stati obbligati a vendere a prezzo simbolico ma i rispettivi prezzi sono scesi considerevolmente: Alliance -25% da inizio anno, mentre BTA -92% nello stesso periodo. I bancari in Kazakhstan sono valutati in media 0.3x PB ma hanno numerosi debiti verso l’estero sotto forma di eurobonds
  • ci sono comunque voci asserenti a un interessamento di Sberbank per BTA che sarebbe in una fase avanzata di due-diligence, l’ingresso di Sberbank sarebbe senza dubbio un fatto molto positivo per BTA
  • l’indice KASE perde il 28% da inizio anno
  • il settore Oil&Gas kazako Kazakh spicca rispetto ai pari dell’area EMEA in quanto: buona corporate governance, basse valutazioni, solide posizioni cash e soprattutto meno suscettibile al prezzo del petrolio grazie al nuovo schema di tassazione. Per fare un esempio Dragon Oil ha un bilancio solido e continua mostrare un ponderosa crescita produttiva (tuttavia ci sono un po’ di pareri contrari in quanto stanno stanno tardaando la pubblicazione dei risultati dopo alcuni rumori circa la presunta corruzione negli alti ranghi del management.
  • il settore metallifero ed estrattivo ha visto buoni risultati, ad esempio Kazakh gold + 90%, parecchio inseguito da voci che la davano come futura preda di Polyus , il maggiore estrattore di metalli auriferi in Russia.
  • KazMunaiGaz EP potrebbe tornare a essere interessante dopo alcune voci circa l’esposizione bancaria eccessiva

  • Bank of Georgia, terza maggiore banca della Georgia, scambia oggi a 70 USDmn risultando particolarmente appetibile rispetto al lavoro pre-conflitto della scorsa estate
  • potremmo vedere altre commodities riprendersi un poco a seguito di un indebolimento del USD, specialmente: rame, ferro, acciaio e uranio.
  • Georgia: al momento non nel mirino degli investitori ma potrebbe uscire dalla crisi piuttosto bene. I 4.5 miliardi di USD in aiuti internazionali certamente favoriranno la ripresa. Il Fondo Monetario stima per il 2009 un declino del PIL pari all’1%, stessa stima anche per il Kazakhstan
  • l’incremento nei prezzi delle commodities visto sinora ha causato un mirato interesse sull’Asia centrale rivolto verso selezionati nomi operanti in questo settore.

In generale questo vale per i mercati dell’area ex Sovitica (tolta la Russia), con valutazioni così basse in mercati tutto sommato piccoli, limitati movimenti in termini di volumi possono scuotere fortemente lo scenario attuale.

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