mercoledì 27 agosto 2008

Aziende familiari e internazionalizzazione


Cosa vuol dire oggi essere un'azienda media italiana che desidera crescere nel mercato globale? Immaginiamo una tipica azienda media, la “multinazionale tascabile” nostrana (termine obbrobrioso ma rende comunque l’idea), affermata in Europa e nel proprio settore. I suoi clienti sono case automobilistiche o imprese globali, hanno il globo come mercato di riferimento e spesso sono di dimensioni sproporzionatamente maggiori rispetto ai loro fornitori. La strategia scelta dalla famiglia e, come spesso succede, portata avanti durante il passaggio generazionale è stato quello di rimodernare l'organizzazione interna, assumere manager in alcune aree delicate, e sviluppare un programma di penetrazione nei mercati esteri per poter continuare a fornire i propri clienti e soddisfare le loro nuove esigenze produttive e commerciali. La specializzazione nella produzione ed il controllo di tutta la filiera ha permesso all'azienda di riuscire ad affermarsi in questi anni e competere con imprese molto spesso più grandi e con una più ampia gamma di prodotti, società nate a volte come spin off delle grandi aziende clienti. La famiglia ha deciso di interpellare le stesse imprese globali per conoscere quali fossero aziende del settore di loro pari dimensioni nei diversi mercati di proiezione. E' anche successo che lo stesso cliente avesse introdotto l'azienda in un mercato presentando loro dei possibili partner. La nostra azienda familiare ha deciso così di creare una rete di joint venture produttive nelle aree a più alta crescita nei diversi continenti. L'idea e la strategia adottata mi piacciono ancora oggi, famiglie che si incontrano, conoscono e decidono di creare insieme…. Arrivo però alla questione. Come si può finanziare oggi un progetto già in fieri. Oggi che la crisi finanziaria fa aumentare quotidianamente il costo degli investimenti aziendali, il costo del debito. Oggi che le prospettive del mercato borsistico non sono rosee essendo inoltre i principali attori quotati sui listini di tutto il mondo. E’ necessario utilizzare tutti gli strumenti, senza sprechi. Redigere e monitorare i piani finanziari. Garanzie, chirografari, agevolazioni, prodotti bancari specifici, vanno tutti incastrati in modo tale da ottimizzare il costo degli investimenti e quindi il costo della crescita e di trasformazione da attore locale ad player internazionale. Il dubbio è se oggi un’azienda famigliare simile sarà in grado di realizzare tutto questo da sola o se ad un certo punto sarà necessario l'ingresso di un partner finanziario che possa sposare un piano industriale di medio periodo. Tra qualche anno domande, riflessioni e le sfide "di famiglia" potrebbero tornare. Chi preferisce essere padrone di 100 o titolare del 50% di 300?